top of page
Cerca
  • Immagine del redattoreLibereria

STILE di Alessandro Mazzà


Non di ciò che guardi e che dici mi nutro. Non del fatto che guardi e che dici. Gioisco per l'esistenza di quell'occhio, di quella lingua tutta interiore, tutta perduta, tutta rifondata, di quell'indicibile che si dice. Di quella voce che dice di sé: sono indicibile. Confermandosi, contraddicendo. Gioisco se esiste il guardabile e il dicibile, se sa manifestarsi e sa sparire. Gioisco e spariscono i fatti. Dico che gioisco, e sono illeggibile. Il mondo che non si compie mai e non ha niente da assolvere, quest'idea di mondo si consola in chi è consolato, è salva in chi assiste e attende, in chi per sempre è qui e adesso. Sono te, poeta, sto a distanza. Abito la profondissima superficie dello stile, la lama del pugnale.


91 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Se muoio adesso c’è una serie di cose non finite c’è una serie di cose che non andavano finite c’è una domanda su cosa sia davvero una cosa finita ma è una domanda che ci sarebbe in ogni caso c’è una

Ma che bella sera stasera amore mio con i tuoi baffi che tagliano il cielo e i capelli che fuggono dalla nuca e mi raccontano canzoni di traverso quelle che la poesia sgattaiola qua e l¢ Ma che bella

È sbagliato pretendere di più sbracciare sempre alla ricerca di quello che non puoi trovare. È sbagliato andare fuori tempo, fuori luogo, fuori tutto. È sbagliato ma io non son capace di percorrere st

bottom of page