Libereria
SCRIVI di Doria Tacchia
A piedi scalzi, a mani nude
scrivi.
Scrivi per non tacere il disaccordo, per far rumore nella tempesta,
scrivi forte che non appartieni a ciò che resta,
né per convenzione, né per stanchezza, né per inutile protesta.
Scrivi,
scrivi che non t'importa di quel confine, è un'illusione di chi lo pone, e con la penna in mano gli tieni testa, e non è Tutto... ma è ciò che resta.
Se posso scrivo per dire basta, ai vuoti da riempire in testa di chi sfoggia le Verità in tasca.
M'insegnino i dottori, a cucirmi le ferite, e i filosofi a usare le solite frasi e le parole ardite...
e poi il mio corpo infine, in mezzo al foglio e scrivo ancora, se è muto il coraggio di dire Voglio!
E allora voglio, prendermi carico del mio pensare per dire che ancora so nuotare,
in quelli che a volte chiamano abissi.
Scrivi e accertati di aver scritto, quello che davvero pensi di dar per certo.
E leggo sentenze con belle parole, pesanti tanto quanto la fame e il dolore, e sono gli abiti che ti porti appresso, e non vedi nemmeno te stesso.
...e s'alza il vento,
e scopre i volti, e allora scrivo dei nostri silenzi che avvolgono i dubbi che mi accompagnano, che graffiano i vetri di questa finestra.