Libereria
FORMICHE di Rossana Pagano
Formiche che marciano, che sfilano ignare,
guardate, osservate da occhi curiosi,
che pongono ostacoli che disfano tracce.
Cambiano strada, perdono rotta,
hanno uno scopo dettato dall’alto,
la loro linea è continua ed eguale
non c’è un senso all’infuori di essa.
Vita di gruppo, vita sociale
C’è un’unica mente, regina totale
Ad essa si affidano svolgono un compito
preciso e reale.
Ma cosa succede
se il comando è impazzito,
se la mente suprema
è nefasta e cattiva?
L’uomo formica, si adegua, si adatta,
rimanda al suo gruppo coscienza di sé.
È solo un ordine e viene eseguito
l’individuo è formica non prevale il suo sé.
La tribù è attaccamento,
società primordiale
al di fuori di essa c’è morte sociale,
ma il gruppo è vitale, e nessuno prevale,
ognuno è se stesso forzuto di sé
si dona nel gruppo ma non perde il suo filo
regala le immagini scavando emozioni
e dopo risale col suo stesso sorriso.
Festante cicala, bussa
da noi, noi ti apriremo
e ti accoglieremo,
la morte civile è lontana
per te, noi non temiamo
la tua frivolezza
freddo è l’inverno,
lo allieterai con il tuo canto.