Libereria
ERO E SARÒ di Lorena Giardino
Vetro soffiato fui, a volte, o nube eterea
e forse sbiadito e flebile fu il canto mio
ma nell’evaporare e perdermi sempre trovai
quell'eterno e fugace istante
lì, proprio lì, dove i colori
esplodevano dentro,
cacofonia di vibrazioni fluttuanti.
E da lì rinascevo,
scoprendo ogni volta
la bellezza del mondo.
Ecco le mani, le mie mani,
protese ad afferrare
frammenti di luce.
Ed ero forse, a volte, assenza di movimento
ma nel restare immobile
in balia del vento
sempre ho trovato in me il ritmo di una danza
fra le rughe del tempo.
Ero e sono tutto questo e altro ancora
e forse un dì di iridescenza intrisa
possenti le ali spiegherò
sì, lo farò per elevarmi oltre il blu del cielo.