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LA MOSCA di Dario De Santis

Sei ancora lì, m’è passata la furia omicida di ieri sera, quando mi ronzasti in un orecchio mentre sul divano guardavo un programma con cuochi stellati che propinavano ricette belle all’origine, quand’erano buoni piatti popolari, prima di diventare degli orribili ”gourmet”... cavolo, ci ricasco come al solito, cambio continuamente discorso, capacità di concentrazione di un pioppo.

Ricominciamo.

Sei ancora lì, ora ti sei appoggiata ad uno stipite della cucina, ti muovi lentamente, sei vecchia, stai pensando alla tua vita di merda, che per te comunque è stata positiva, in giro all’aria aperta, finché ieri hai iniziato a sentire freddo, ormai è dicembre, ti giri verso di me, cerchi di farmi pena?

Pensi mi sia passata? Forse hai ragione, ti vedo quasi con affetto mentre inizio a prepararmi la colazione, prendo lo zucchero dallo sportello, lo richiudo, solo un piccolo movimento, ti senti di casa? Mentre infilo l’orzo nel microonde mi ronzi un ultima volta, volevi ringraziarmi? Non l’ho apprezzato, mi giro, prendo lo scacciamosche e con un colpo secco ti getto nell’organico, fine

dell’amicizia, addio.

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