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  • Immagine del redattoreLibereria

LA SCACCHIERA di Lorena Giardino

C’era una volta una pedina di cristallo,

una come tante, allineata, impigliata in schemi predefiniti.

Ma un giorno la pedina cadde e si incrinò;

solo una piccola scalfitura sulla superficie.

Ma la pedina ormai non era più la stessa.

Iniziò a vedere oltre, a percepire se stessa in modo diverso, a disallinearsi.

Iniziò a comprendere che le strade sono tante,

e che i percorsi possono essere infiniti,

che non è vero che bisogna andare tutti nella stessa direzione.

Una caduta, un andare oltre, un istante solo

in cui riuscire a vedere il mondo in un’altra prospettiva.

E così da quel giorno la pedina iniziò ad essere

altro da sé, a non starsene zitta al posto che le avevano assegnato,

iniziò a viaggiare in diagonale.

Gli altri pezzi vedendola, iniziarono a deriderla:

non si era mai vista una pedina che viaggia in diagonale!

Non era normale, non era logico...

E ci fu anche chi apertamente disse che era folle e che bisognava fermarla,

che non era ammissibile.

Ma la pedina andava avanti senza ascoltare nessuno,

fiera delle sue scalfiture e convinta della sua direzione.

Ed ecco che altre pedine dopo un po’, si accorsero a loro volta delle loro imperfezioni

non era vero ciò che avevano loro raccontato: loro non erano tutte uguali, ognuna di loro era unica,

ed aveva diritto di scegliere la direzione che sentiva più adatta a sé.

Il Re e la Regina, loro malgrado, ammisero alla fine che anche loro non erano liberi,

che qualcun altro li stava manovrando

ed un giorno, un giorno non lontano, tutte le pedine, insieme, rovesciarono la scacchiera.

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