Libereria
PANORAMI di Rossana Pagano
Paesaggio umano raccogli tante facce. Punti di vista multipli, fissi, variabili. La montagna è alta? Il cielo è azzurro? Quante onde increspano il mare? Il panorama scorre, non è mai uguale dalle nuvole alla terra, dagli alberi al mare. La cartolina lo fissa, lo guarda e lo trattiene. Forte tentazione di lasciarlo così, fermo e uguale, di salutare amici di mandare baci. L'immagine standard è cristallizzata, ciò che non è più continua ad esistere. Dolce nostalgia di tenere in piedi ciò che è assente, di fermare la crescita di ciò che evolve. Le radici affondano profonde, scavano il terreno saldamente, stabili, in equilibrio. Un pino corre in verticale straccia asfalto e tubature cede alla tempesta danneggia le vicine istanze, il vento fischia nei suoi rami. Shhh. Silenzio, ora. Il paesaggio è mutato, e muti contempliamo l'orizzonte. Ci sono silenzi che parlano, ci sono silenzi che pensano. E ci sono parole superflue che fanno solo rumore e ci sono parole che rotolano solo per rompere l'imbarazzo. E ci sono parole che aspettano, aspettano il tempo opportuno, Poi ci sono orizzonti che cambiano che non riuscirai a incorniciare perché mentre tutto si muove, le tue radici scendono sempre più in fondo.