Libereria
SOTTO IL MIO PORTONE di Alessandra Muzzini
Ed ecco,
ti ritrovo qui, sotto il mio portone.
Ormai fai parte della quotidianità e non ti considero strano o diverso, anzi ogni volta che ti guardo non posso fare a meno di pensare a chi realmente sei, chi eri, cosa avevi o non avevi accanto a te, cosa ti ha portato a tutto questo e cosa ti manca ora.
Vedo come ti guardano: la maggioranza con disprezzo e ribrezzo, quasi odio.
Altri con timore e sospetto.
Alcuni, anche se veramente pochi, con pena e pietà.
Ma i peggiori credo siano quelli che non ti vedono affatto!
Trasandato, spettinato ma mai solo: anche se non vediamo nessuno tu parli sempre con qualcuno e a volte ci discuti anche animatamente.
Ma la cosa che mi incuriosisce di più è il tuo portare sempre con te un foglio bianco e una penna bic. Nera.
Mi sono fermata più volte ad osservare cosa scrivessi: sembrano formule matematiche, scientifiche o chissà magari una lingua sconosciuta fatta di segni e forme.
Anche se puoi sembrare così tanto distante da me, io sento che sei un’anima speciale.
Che se ci penso bene: cosa mi fa essere alla fine tanto diversa da te? Forse mi appartiene un cammino e un destino differente soltanto perché sono stata meno sfortunata e meno disperata.
Vorrei aiutarti in qualche modo, ma sembra che a te non serva nulla se non il tuo gradino dove dormire e i tuoi fogli sui quali scrivere…
…e quel mio sorriso a cui rispondi con uno sguardo dolce e senza tempo.